Il baule – Giorno 0

Ieri mi hanno portato un vecchio baule, di quelli che si usavano un tempo per riporre vestiti o biancheria.

L’esterno presenta scrostamenti di vernice e in varie zone è presente della ruggine, mentre la parte interna è rivestita di una bella carta vintage che difficilmente sarà recuperabile dato che è strappata in più punti. Le cerniere sono quelle originali, mentre una delle chiusure è stata forzata per poter aprire il baule.

Il desiderio del cliente è di restaurare l’esterno senza riverniciarlo ex-novo, ma lasciando tutte quelle macchie e quei segni del tempo che conferiscono al baule quel fascino antico.  Per l’interno, invece, via la vecchia carta ormai rotta e impregnata di puzza di muffa e andrò a aggiungere dei pannelli nuovi ritinteggiati (o rivestiti di carta da parati, questo lo vedremo in corso d’opera) oltre che delle mensole.

 

Il risultato finale? Un mobile per il bagno o la cucina bello e pratico!

E ora mettiamoci all’opera!

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Lo stile “shabby chic”

Per dare un tocco romantico e fresco alla propria casa possiamo decorare i mobili in stile “shabby chic”

Lo shabby chic è una forma di interior design che prende piede in Gran Bretagna nel 1980 e viene ripreso poi in America negli anni 90. Le sue influenze mediterranee e provenzali, i colori tenui ma frizzanti, lo rendono ideale per l’arredamento della casa al mare o per dare una nota rilassante alla propria casa.

I mobili e gli arredi  shabby si presentano segnati dal tempo e di colori morbidi come il bianco il rosa, l azzurro cielo, il beige, il verde provenzale.

Il bello di questo stile è che è possibile riportarlo su un mobile in legno  già in vostro possesso senza acquistare un nuovo arredamento.

Nella foto un tavolino classico diventa shabby chic tramite un trattamento con smalto, cementite e pittura lavabile per pareti e carteggiandolo e usurandolo otteniamo una finitura detta anche distressed cioè graffiato, stressato.

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Per completare l’ambiente possiamo aggiungere i tessuti in cotone o lino bianco o beige (ispirati a vecchie lenzuola della nonna)  in tinta unita oppure con motivi floreali vintage con colori pastello.

La magica storia del bello ritrovato…

 

1) Riconoscere il mobile. Non è possibile restaurare un mobile senza averlo prima inquadrato nella sua epoca e nel suo stile. Questo ti permetterà di capire se devi eseguire un restauro conservativo o un restauro antiquariale. Se consolidare o sostituire. Se sverniciare o conservare la patina e quale lucidatura eseguire.Quale ferramenta applicare.

2) Sverniciatura. La sverniciatura è la prima operazione che devi effettuare, dopo aver valutato lo stato di conservazione della patina del mobile. . Rimuovere le vecchie vernici rispettando il legno,con l’uso di verniciatore in gel e di paglietta d’acciaio per rimuoverlo consente infatti di rispettare lo strato superficiale del legno, senza danneggiarlo.

3) Antitarlo. Il tarlo è il nemico numero uno. Una volta appurata la sua presenza all’interno del mobile si procede ad un trattamento con un antitarlo a base di Permetrina. La Permetrina è un insetticida veicolato con un solvente incolore ed inodore, questo solvente consente alla permetrina di arrivare in profondità nel legno seguendone la sua capillarità.

4) Falegnameria. La falegnameria è un momento importante del restauro di un mobile antico. Sostituire è molto più semplice di recuperare, ma il restauratore deve avere il giusto atteggiamento e sapere quando fare una cosa e quando fare l’altra. Il recupero e la reversibilità dell’intervento sono alla base di un restauro ben fatto.

5) Preparazione del fondo. La preparazione del fondo che andrai a lucidare è suddivisa ,a sua volta, in alcune importanti operazioni. Pulizia, una leggera carteggiatura per rimuovere i residui di colla, sverniciatore e vecchie vernici. Stuccatura, la stuccatura con uno stucco di gesso, opportunamente colorato, consente di chiudere i piccoli fori e difetti del fondo. Carteggiatura, la carteggiatura con una carta abrasiva adeguata consente di eliminare lo stucco di gesso e levigare il fondo. Coloritura, colori il fondo con un mordente per diversi motivi: scaldare il tono del mobile, armonizzare parti di differente colore, dare tono a parti nuove o restauri “pesanti”.

6) Lucidatura. La lucidatura è la pratica che preferisco nel restauro. Preparare la vernice di gommalacca, decidere se lucidare a pennello o a tampone, lucidare a mezzo poro o brillantare con il benzoino sono le scelte che più mi emozionano. Ancora oggi dopo più di vent’anni di bottega. Lucidare è una magia. Valorizzi, con una corretta lucidatura, il mobile nel rispetto della sua storia e della sua patina.


Il restauro è ora terminato, il mobile può tornare a riprendere la sua funzione, sia essa d’uso o decorativa.